Trine 3: Artifacts of Power – Recensione

da | 02/08/19 11:00

Trine 3: Artifacts of Power è finalmente disponibile su Nintendo Switch. Scopriamo il nostro verdetto per il terzo, rivoluzionario, capitolo della serie!

La saga di Trine, non c’è bisogno di specificarlo, è una delle indie di maggior successo. Quando Frozenbyte Oy capì che le meccaniche puzzle e l’interazione dei personaggi con l’ambiente piacque molto ai giocatori, decise di andare ben oltre il platform 2D. Così, con Trine 3 la software house ha voluto mettersi in gioco realizzando un gameplay in cui possiamo finalmente muoverci liberamente nei livelli, un sogno per gli appassionati della serie. Il risultato è un meraviglioso connubio tra il passato di Trine e il futuro, puntando verso il quarto capitolo. Ma scopriamo ora, nella nostra recensione, quello che è il porting di Trine 3: The Artifacts of Power per Nintendo Switch.

Questi titolo venne rilasciato nel 2015 su PlayStation 4 e PC ma, a differenza dei primi due capitoli, non è riuscito a raggiungere la Wii U. Al contrario, Trine 3 giunge il 29 luglio 2019 su Nintendo Switch, scaricabile in formato digitale dal Nintendo eShop, all’onesto prezzo di 19,99 euro. Ora che abbiamo finalmente potuto provarlo con mano, sulla console ibrida della Grande N, scopriamo il nostro verdetto.

Trine 3: Artifacts of Power si mostra proprio così, come il ritorno della serie che ci saremmo aspettati ma introducendo una novità che fa la differenza come poche altre: ora è un platform 3D in cui potremo muoverci in ogni angolo dello scenario. Dato che avremo l’opportunità di girovagare per i livelli, gli sviluppatori si sono potuti sbizzarrire per quanto riguarda il level design, e così è stato. Gli elementi puzzle che hanno caratterizzato la trilogia ritornano in pompa magna, avvantaggiandosi di una fisica di gioco che resta inequivocabilmente meravigliosa. Tutte le meccaniche principali, quali la possibilità di creare blocchi con Amadeus o scoccare frecce con Zoya, sono state riadattate molto bene al nuovo gameplay.

Naturalmente, questo cambiamento poteva sfociare in una complessità eccessiva dei comandi, che sarebbero potuti essere più macchinosi, ma così non è stato, anzi. La semplicità e intuitività con cui potremo utilizzare i tre personaggi è a dir poco perfetta, portando il titolo ad essere un platform classico ma riempito magistralmente con meccaniche puzzle.

I nostri tre eroi sono stati di nuovo chiamati dal Trine.

Anche i rompicapi fanno il loro glorioso, quasi epico, ritorno: si gioca molto con pesi, piattaforme, oggetti movibili e ancora con le abilità caratteristiche dei tre eroi. Ricordiamo che Amadeus può usare la magia per creare e spostare oggetti, la ladra Zoya può usare il rampino per attrarre alcuni elementi o per aggrapparsi a dei ganci; infine, Pontius è il valoroso e potente cavaliere di turno, maggiormente improntato per gli scontri ravvicinati.

Nonostante gli anni, è incredibile vedere come ognuno di loro sia rimasto valido e non venga mai eclissato dagli altri. I protagonisti hanno tutti uno specifico ruolo nell’avventura, e dovremo imparare a sfruttarli tutti per riuscire ad avanzare nella storia. Conoscere le loro capacità sarà essenziale per risolvere dei puzzle sempre diversi e che mai esagerano per eccesso, complessità o difficoltà.

L’opera regala costantemente visuali inedite per la serie.

I comandi, peraltro, non sono affatto scomodi, a parte qualche lieve incertezza per quanto riguarda il sistema di puntamento delle magie dello stregone. Il team di Frozenbyte Oy è riuscito non tanto a modificare i controlli già esistenti, quanto ad adattarli egregiamente alla possibilità di muoversi su più assi.

Un punto a favore va all’impressionate passo avanti fatto con le animazioni dei movimenti dei personaggi, ora decisamente più fluidi e realistici. Da valorizzare anche il miglioramento della telecamera, ancora automatica, ma che fa comunque il suo lavoro alla perfezione, magari ingrandendo un’area di interesse sullo sfondo e accentuando la narrazione anche durante il gameplay puro.

Nota dolente, invece, per l’operazione di porting, dato che l’opera non è capace di trarre vantaggio dalla potenza di Nintendo Switch. Frequenti i cali di frame rate, che a volte hanno causato una confusione a dir poco sgradevole, conseguenti anche di una risoluzione fin troppo bassa, sia in modalità portatile che sulla TV.

I colori vividi delle ambientazioni e i tantissimi oggetti a schermo, tra cui elementi che arricchiscono i paesaggi, riescono sì a immergere in un mondo fantasy incredibilmente riconoscibile, ma al contempo grava molto sulle prestazioni del gioco, forse troppo.

Parliamo comunque di difetti che riguardano principalmente il lato tecnico e che, quindi, possono essere risolti con un aggiornamento del software. Questo perché, tutto sommato, sono pochi i difetti di Trine 3: Artifacts of Power, o meglio, non sono molte le novità che apporta alla serie, se non l’introduzione del movimento su più assi. Del resto, il cuore della saga rimane invariato in ogni singolo aspetto, ma è semplicemente adattato a questa nuova libertà di navigazione nei livelli. Coloro che hanno apprezzato il primo e secondo capitolo non dovrebbero farsi mancare Trine 3, perché indubbiamente migliora e amplia una formula che, di per sé, era già vincente.

Ricordiamo ai lettori che Trine 3: Artifacts of Power è ora disponibile sul Nintendo eShop della nostra console ibrida al prezzo di 19,99 euro. Restate connessi su Nintendo-Player per non perdere ulteriori novità sul mondo creato da Frozenbyte Oy, soprattutto in vista dell’attesissimo quarto capitolo.

Pro

  • L’aggiunta del movimento 3D è meravigliosa.
  • I comandi sono adattati nel migliore dei modi.
  • Resta il Trine divertente che ricordavamo…

Contro

  • …infatti non ci sono molte novità.
  • Frame-rate e risoluzione sono fin troppo bassi.
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