Solo: Island of the Heart – Recensione

da | 31/07/19 03:53

“Tutto, tutto ciò che so, lo so perché amo” è come Tolstoj avrebbe descritto Solo: Island of The Heart su Nintendo Switch. Ecco la recensione.

Solo: Island of the Heart è un viaggio introspettivo nel profondo del cuore e della mente di una persona innamorata. Rivivremo la nostra storia, scortati da totem, da guardiani di pietra e dalla nostra anima gemella.

A bordo di una barca, navigheremo un mare fatto per metà d’acqua e per metà di lacrime, girovagando tra le isole di un arcipelago apparentemente calmo, ma che nasconde ombre, dubbi e perplessità.

L’inizio del viaggio

Prima di partire, ci viene consigliato di giocare il titolo basandoci sulla nostra esperienza personale di vita: ci verrà chiesto se condividiamo la vita con qualcuno, se abbiamo perso l’amore o se non lo abbiamo mai incontrato.

Il nostro personaggio, così come la nostra anima gemella, cambieranno aspetto in base a queste scelte iniziali, in aggiunta ad alcune informazioni da inserire come sesso ed orientamento sessuale. Si può già iniziare a percepire la profonda semplicità del gioco: metterci subito a nostro agio rispecchiando la nostra realtà quotidiana.

Saliremo quindi su di una barca, diretti sulla prima isola, per iniziare il percorso introspettivo volto a farci comprendere quanto sia importante la percezione che abbiamo dell’amore. Lasceremo alle nostre spalle la nostra casa, che rappresenta le nostre sicurezze, per entrare nei meandri più profondi di noi stessi.

Enigmi alla ricerca di risposte

Il gameplay è molto semplice ed intuitivo. L’obiettivo è accendere i fari che troveremo sulle isole dell’arcipelago per attivare i totem a loro collegati, i quali faranno emergere dal mare un nuovo pezzo di isola da esplorare. Fari e totem andranno raggiunti risolvendo una serie di puzzle-rompicapo, basati sulla fisica di alcuni oggetti come casse, ventilatori, ventose e pedane allungabili, in aggiunta ad un fedele paracadute che ci permetterà di planare nel vuoto ed un bastone magico in grado di teletrasportare gli oggetti a distanza.

Dovremo quindi spostare gli oggetti a nostra disposizione e trovare la combinazione adatta che ci permetterà di oltrepassare gli ostacoli naturali lungo il percorso. Si presenteranno, inoltre, una serie di side quest durante tutto il viaggio. Dovremo riparare impianti di irrigazione, ricongiungere coppie di animali separati e collezionare lettere d’amore lasciate sotto tende da campeggio abbandonate.

Nonostante l’apparente semplicità del titolo, possiamo apprezzare dei particolari molto profondi e originali. Un esempio è la chitarra che  abbiamo sempre a portata di mano che ci dà la possibilità di cambiare il colore degli elementi sull’isola ed il sottofondo musicale ogni volta che vogliamo. Possiamo creare un ambiente confortevole e caldo se ci sentiamo felici, malinconico e tetro se ci sentiamo tristi.

Impareremo a conoscere tutti gli animali dell’isola mano a mano che avanzeremo: raccoglieremo la loro frutta preferita, inseguiremo famigliole di tartarughe che nuotano spensierate nel mare e racchiuderemo in uno scatto gli animali dai colori più particolari. Prendersi cura di ciò che ci circonda, significa prendersi cura di sé stessi: quale miglior insegnamento in un gioco che mira a smuovere i sentimenti?

I difetti passano in secondo piano

Solo dura circa 5 ore. Può essere completato facilmente e senza troppe difficoltà. Una volta entrati nelle meccaniche di gioco, sarà semplice progredire lungo la storia e completare ogni rompicapo, comprese le quest secondarie e la raccolta degli oggetti collezionabili.

Di tanto in tanto si sentirà il peso del motore grafico Unity, attraverso cali di frame abbastanza importanti che rovinano leggermente l’atmosfera tranquilla de l’Isola del Cuore creata dai ragazzi di Team Gotham. 19€ sono giusti per l’esperienza originale che offre, ma iniziano ad essere tanti se consideriamo la sua durata e la limitata rigiocabilità, per uno spazio occupato in memoria di circa 1,5GB.

La mancanza della lingua italiana potrebbe rendere poco apprezzabile l’esperienza di gioco: i temi trattati, come sentimenti, dubbi e perplessità della vita, richiedono una conoscenza abbastanza specifica della lingua inglese, rendendo il titolo vuoto di contenuti per chi non la conosce affatto. Se proprio non riuscite a resistere, munitevi di un bel dizionario… Ne vale la pena!

Resta in ogni caso un indie molto ben strutturato, dalla trama e significato molto profondi, che riesce a far ragionare il giocatore su temi che tende ad accantonare nella memoria, come le delusioni d’amore, la sofferenza e la tristezza. In un panorama pieno di titoli copia-incolla, Solo: Island of The Heart è un titolo da provare. Ci sentiamo di premiarlo, in particolar modo per il tipo di idea che c’è alla base del progetto. Sarà in grado di farvi commuovere, facendo passare i piccoli difetti in secondo piano.

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